Elastic Interface®: una partnership di successo all’insegna della sostenibilità

By 22 Marzo 2019Novità

Nel mondo del ciclismo è universalmente noto come “fondello”, ma sarebbe molto più corretto definirlo “protezione”: perché questo elemento integrante dei pantaloncini da ciclismo è un prodotto tecnicamente complesso, i cui requisiti vanno ben oltre la semplice imbottitura.

Lo sa bene l’azienda italiana Elastic Interface®, che proprio su questa specializzazione ha costruito una vera e propria leadership a livello mondiale. “Una nostra caratteristica distintiva – spiega Guido Zago, marketing manager dell’azienda – è quella di studiare e realizzare una grande quantità di modelli differenti, sia in funzione dell’abbigliamento maschile e femminile (tenendo conto della diversa conformazione del bacino e delle differenti esigenze a livello perineale), sia in relazione alle diverse discipline sportive e modalità di utilizzo (strada, MTB, triathlon, cicloturismo, urban, …) che richiedono un differente assetto in sella. Tanto è vero che dal 2005 sviluppiamo i nostri prodotti anche in base a studi antropometrici svolti in collaborazione con il dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e di Ingegneria Industriale.

Un approccio scientifico ad alto tasso di innovazione che si riflette inevitabilmente anche nella scelta di uno dei componenti essenziali del prodotto, il tessuto: “E da questo punto di vista – continua Zago – abbiamo da sempre scelto M.I.T.I. come nostro unico partner ”.

Ma quali sono le esigenze che un tessuto è chiamato a soddisfare, in un prodotto tecnico di questo tipo? “Si tratta di un componente fondamentale: basti solo considerare il fatto che costituisce il primo contatto con la pelle del ciclista, in zone particolarmente sensibili e delicate. Quelli che utilizziamo sono prodotti realizzati da M.I.T.I. in esclusiva per noi, e sviluppati seguendo alcune nostre specifiche: si tratta di una partnership che prosegue ormai da anni, con costanti stimoli reciproci all’innovazione e con la realizzazione di tessuti sempre più performanti. Oltre all’indemagliabilità e all’elasticità “4 ways”, i sette diversi tessuti esclusivi che utilizziamo sono caratterizzati da una eccellente solidità colore, a garanzia della salute del ciclista (M.I.T.I. tinge i tessuti direttamente in pezza), da un efficace trattamento batteriostatico (che preserva la naturale flora del corpo ma inibisce la proliferazione di batteri esterni anche in caso di elevata sudorazione), da una ottima garzatura per il massimo del comfort, oltre a doti idrofiliche che consentono la massima evaporazione del sudore”.

La nuova frontiera, però, è un’altra: quella della sostenibilità, che vede M.I.T.I. impegnata ormai da molti anni. “Anche in questo caso – prosegue Zago – ci siamo trovati a disporre del partner ideale. La nostra azienda ha approcciato sistematicamente queste tematiche dalla fine del 2017, e stiamo tuttora lavorando intensamente per interiorizzare – tanto a livello generale quanto sulle singole persone – i concetti legati alla sostenibilità ambientale: un’operazione, insomma, non certo legata a tendenze di marketing, ma a convinzioni ben più profonde e condivise. Questo ci ha portato, in breve, all’ottenimento di certificazioni quali ISO 14001, OEKO-TEX, BLUESIGN; e soprattutto, al nostro interno, ci ha portato a prendere come riferimento l’ormai celebre programma “3R” che, in una sorta di piramide rovesciata, mette al primo posto in ordine di importanza il concetto di “riduzione” (di materie prime, emissioni, energia), seguito da quello di “riutilizzo” e, come ultimo elemento, il “riciclo”.

In questo scenario si sono inseriti perfettamente i tessuti M.I.T.I. della linea GreenSoul, prodotti con materiali riciclati al 100%: abbiamo iniziato a utilizzarli nel 2017, quando nel settore ciclistico erano ancora poche le aziende che si occupavano attivamente di tematiche ambientali: possiamo dire che la nostra partnership con M.I.T.I. ci ha reso dei pionieri nella realizzazione di fondelli con un forte elemento di sostenibilità. Ma quello che ha richiesto il maggiore impegno da parte di entrambe le aziende, e che ci eravamo posti fin da subito come obiettivo imprescindibile, è stato soprattutto il progetto di realizzare modelli “sostenibili” che assicurassero il mantenimento degli stessi standard qualitativi dei prodotti di massimo livello, tanto nella performance quanto nella tutela della salute del ciclista. E i risultati, possiamo dirlo, ci hanno dato ragione.

Tanto che la nostra azienda ha ormai abbracciato questo approccio di eco-sostenibilità al 100%, utilizzando i tessuti della linea GreenSoul per la totalità della nostra produzione: un investimento impegnativo, che comporta costi maggiori di cui ci facciamo carico anche nei confronti di quelle aziende che non fanno esplicita richiesta di prodotti eco-sostenibili. Ma al tempo stesso una scelta aziendale ponderata, su un elemento che riteniamo di fondamentale importanza per il nostro futuro: non a caso abbiamo ribattezzato tutti i nostri tessuti “Eco Performance Fabric”, come ribadiamo anche in un apposito cartellino supplementare che descrive all’utilizzatore finale le caratteristiche dei nostri prodotti.

Si tratta, a nostro modo di vedere, di una generale esigenza di coerenza, che ci sta portando ad affrontare con queste stesse logiche anche l’utilizzo delle schiume per l’imbottitura, nonché i più diversi aspetti del lavoro in azienda (gli imballaggi, i trasporti, il consumo di carta, l’acquisto di energia da fonti rinnovabili…). Un obiettivo non certo facile, una sfida impegnativa; ma per fortuna il nostro è un gruppo motivato, unito: un team che le sfide le apprezza e le ama”.